Lavoro, HR & Crescita Professionale
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Cercare di uscire dalla crisi, non significa unicamente offrire alle persone dei servizi per incrementare le possibilità di reperire un nuovo lavoro il più velocemente possibile, ma ripensare al concetto stesso di "lavoro", intriso di luoghi comuni e false credenze. In questo primo post, soffermeremo la nostra attenzione sul primo discutibile mito di noi italiani: il fatidico "posto fisso". L'avventura inizia! Certo, CVPRO apre i battenti, ma a ben guardare il viaggio parte da molto più lontano. Sullo sfondo s'intravedono ancora i sogni e le illusioni adolescenziali, grandi velieri di vita oramai ridotti a piccoli lumicini privi di colore. Poco più avanti si possono incontrare dubbi ed incertezze, cresciute con l'aggravarsi della crisi finanziaria internazionale e tramutate in frustrazione, paura e noia, che molti di noi continuano a portarsi addosso come Frodo portava l'anello.
CVPRO nasce dal desiderio di riprendere in mano le proprie vite, attualmente ricoperte da un'eredità pesante: disoccupazione in continuo aumento, condizioni salariali preoccupanti (associate, spesse volte, a livelli di stress intollerabili e tempo libero ridotto al minimo) e pochissimi margini di manovra possibili. Cercare di uscire dalla crisi, non significa unicamente offrire alle persone dei servizi per incrementare le possibilità di reperire un nuovo lavoro il più velocemente possibile, ma ripensare al concetto stesso di "lavoro", intriso di luoghi comuni e false credenze. In questo primo post, soffermeremo la nostra attenzione sul primo discutibile mito di noi italiani: il fatidico "posto fisso". Siamo veramente sicuri di volere un posto a tempo indeterminato? Non prendetela (solo) come provocazione. Il sogno del "posto fisso" - particolarmente sviluppato nel nostro Paese - porta con se tutta una serie di benefici che andrebbero a riflettersi quotidianamente nella nostre vite. Ma siamo veramente sicuri che siano tutti dei plus reali e senza controindicazioni? Concentriamoci su due temi in particolare: sicurezza & pensione. "Il posto a tempo indeterminato è sicuro, ergo sono più forte e protetto" Nessuno ha intenzione di negare che, tra la proposizione di un contratto "precario" di qualche mese (se non, addirittura, settimana) e un'allettante posizione professionale a tempo indeterminato, ciascuno di noi si getterebbe a capofitto sulla seconda scelta. Questo è un dato di fatto, incontrovertibile. Quelli che appaiono in maniera più nebulosa, sono i "rischi" che ogni tipologia di contratto portano con se (tempi indeterminati inclusi). In altre parole: e se tra qualche anno (o mese) l'azienda presso la quale avete un posto fisso dovesse fallire? O se vi licenziassero per giusta causa? O magari dovreste necessariamente abbandonare il vostro posto di lavoro per necessità personali (un trasferimento all'estero piuttosto che una percentuale di stress non più gestibile)? In questi casi, chi si dimostra più competitivo tra una persona che ha passato vent'anni della propria esistenza all'interno di un'unica azienda e chi invece è abituato al cambiamento?
Lo stesso sviluppo economico moderno viene guidato proprio da coloro che "tentano" di più: imprenditori che immaginano un'idea vincente, costruiscono il loro progetto e rischiano tutto pur di realizzarlo. Nel metodo per tentativi l'elemento casuale non è poi così casuale, se lo si porta avanti con razionalità utilizzando l'errore come fonte di informazione. Ogni tentativo fornisce informazioni su ciò che non funziona, consentendoci di avvicinarci sempre di più ad una soluzione. In questo senso, l'errore è una grande investimento. A ricordarcene l'importanza anche una celebre frase del premio Nobel Niels Bohr, secondo cui "un'esperto è una persona che ha fatto in un campo ristretto tutti gli errori possibili".
"Il posto a tempo indeterminato mi permetterà, più avanti, di avere una pensione". Uno dei benefici fondamentali dei contratti a tempo indeterminato riguarda ovviamente la pensione da percepire dopo molti decenni di lavoro continuativo. Ma siamo sicuri che anche in questo caso non ci siano dei dubbi legittimi su questo beneficio apparentemente inattaccabile?
In una situazione economica drammatica come quella odierna, il posto a tempo indeterminato è sicuramente fondamentale per la tenuta sociale. Ciò però non significa che sia l'unica forma di sopravvivenza possibile, né tantomeno quella indiscutibilmente migliore. Per chi non c'è l'ha, per chi odia la propria professione, per chi desidera crescere sperimentando nuove opportunità professionali che sono presenti "li fuori", concludo citando Nassim Nicholas Taleb, saggista, filosofo e professore all'Università di New York: "Se correte rischi e affrontate il destino con dignità, niente di ciò che fate potrà rendervi piccoli; se non correte rischi, niente di ciò che fate potrà rendervi grandi, niente. E quando correte dei rischi, gli insulti da parte di mezzi-uomini (uomini piccoli, che non rischiano niente) sono simili ai latrati degli animali: un cane non può insultarci". Walter Sinigoi Business Manager, CVPRO
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